Quando ho iniziato a progettare casse ESB, nei primi anni ’80, mi sono trovato a dover prendere atto che rientravano troppe casse delle serie precedenti per rotture dovute a sovrapilotaggio.
La potenza dichiarata non era eccessiva. Erano gli utenti di allora ad esagerare con la manopola del volume non accorgendosi della saturazione di loro ampli (cosa che purtroppo avviene ancora oggi, sia pure in percentuale molto minore, in particolare con gli ampli a valvole).
La incapacità di accorgersi di avere raggiunto e superato i limiti del clipping era tale che potei verificare spesso il tentativo di applicare una potenza superiore di ben 10 dB (10 volte) rispetto a quella massima indistorta degli ampli impiegati.
Ricordando che il segnale musicale può arrivare ad avere anche più di 20 dB di differenza fra il livello efficace medio a lungo termine e quello nei picchi più brevi e violenti, ma che con programmi “normali” quello che si chiama “fattore di cresta” si attesta normalmente sui 16/17 dB, è facile capire che quando i picchi venivano tagliati di 10 dB il valore medio del segnale era più alto di dieci volte rispetto a quello previsto per un corretto “funzionamento al massimo” con l’amplificatore impiegato.
Ammettiamo di avere una cassa specificata per uso con un ampli di potenza massima 60 Watt RMS con segnale sinusoidale. Quell’ampli “da 60 Watt” con segnale musicale sarà in grado di fornire una potenza “di picco” tre dB più alta, ovvero 120 Watt.
Con un segnale avente un fattore di cresta di 16 dB non clippato e i picchi a 120 Watt, la potenza media, 16 dB più bassa, sarà di 3 Watt. E in questo caso problemi di rotture si verificano ben difficilmente. Ma se invece l’utente cercherà di trarre dall’amplificatore una potenza 10 dB più alta, sia pure con i picchi “clippati, applicherà comunque alla cassa una potenza RMS pari a circa 30 Watt, cioè dieci volte quella per la quale la cassa era stata specificata. Ed allora quando ho cominciato a lavorare in ESB io le casse “da 60 Watt” le progettavo e facevo costruire in modo tale che potessero sopportare senza rompersi, con segnale musicale e su tempi lunghi, fino ad un massimo di 30 Watt RMS (ovvero 15,5 Volt continui, di rumore filtrato in modo da avere lo spettro definito dalla IEC per simulare il segnale musicale medio. Credetemi, sono tanti!). Da quel momento però i guasti diminuirono in modo drastico…
P.S.: Quella stessa cassa “da 60 Watt” se venduta ad un audiofilo molto accorto si sarebbe potuta specificare per ben 600 Watt… E questo spiega bene perché io riuscivo a far suonare le ESB 7/01 con il SAE 2600 al limite del clipping senza che si rompesse nulla…
Il problema è che, quando l’ampli ha una potenza insufficiente per consentire livelli di ascolto molto alti, continuando ad alzare il volume i picchi vengono clippati ma la potenza media continua a salire, generando però una sensazione di volume inferiore rispetto a quella che si avrebbe con i picchi non clippati. E, come abbiamo visto, si finisce per “esagerare”.
Ecco perché fra i tecnici addetti ai lavori si sente dire spesso che “la potenza non basta mai” ed è di fatto molto più frequente riuscire a rompere le casse con ampli di potenza troppo bassa piuttosto che troppo alta…