Insieme ad altri membri “importanti” del mio vecchio gruppo di lavoro, già dagli anni ’70 abbiamo più volte dimostrato la perfetta udibilità di differenze di livello di 0,1 dB (volume più o meno alto) ove queste siano estese a tutta la gamma audio. Quando la differenza di 0,1 dB fra due risposte in frequenza è confinata a particolari bande come la bassa, la medio-bassa, la media, la medio-alta, la alta, la altissima, le sensazioni d’ascolto che tali differenze (esclusivamente nella grandezza scalare “pressione acustica”, o nella risposta ai morsetti dei diffusori) sono in grado di attivare sono molteplici e gli ascoltatori le descrivono spesso come:
- ambiente più o meno naturale e/o ampio oppure bassi più o meno estesi (se la gamma bassa fino a 125 Hz è più o meno forte di 0,1 dB…).
- transienti più o meno netti e/o prolungati oppure voci più o meno scatolate e/o confuse (se si tratta di gamma medio-bassa. Fra i 125 ed i 630 Hz)
- bassi più o meno morbidi e/o frenati e/o veloci, voci più o meno presenti potenti e/o riconoscibili (se i medi fra i 630 e i 4.000 Hz sono più o meno forti di 0,1 dB… )
- voci più o meno aperte e/o vicine e/o definite (se si tratta di gamma medio-alta. fra i 4.000 ed gli 8.000 Hz).
- fronte stereo più o meno ampio, strumenti più o meno definiti e risolvibili separatamente, transienti più o meno completi e puliti, suono più o meno affaticante (se si tratta di gamma alta fra gli 8.000 ed i 12.500 Hz)
- immagine più o meno ampia e/o ariosa e/o profonda e/o naturale (se si tratta di gamma altissima – oltre i 12.500 Hz)
E così via, coinvolgendo spessissimo anche termini di fantasia.