(Audio Review n.200 – anno 2000)
Il mio ultimo intervento su Audio Review risale al 1992 e nel mese di maggio, dopo undici anni di presenza ininterrotta sulle sue pagine, si sospendeva la mia collaborazione con questa rivista. Consentitemi quindi di iniziare il mio intervento su questo storico numero 200 di Audio Review (gennaio 2000), con una mia breve presentazione che consenta di riannodare vecchi legami e di attivarne sperabilmente di nuovi.
Ad uso e consumo di quelli fra voi che a quella data non avevano ancora sviluppato un qualsivoglia interesse per l’audio di qualità, mi sembra opportuno ricordare che il mio nome era compreso nel novero di quelli pubblicati nel 1981 sulla copertina del fascicolo n.1 di questa rivista (Paolo Nuti, Bo Arnklit, Franco Gatta, Renato Giussani, Alberto Morando, Mauro Neri, Maurizio Ramaglia), entro il quale comparivano le prove di quattordici casse acustiche che fra misure, ascolto e stesura dei testi, mi costarono, lo ricordo bene, un paio di notti insonni consecutive).
Quel richiamo in copertina avrebbe dovuto servire ad incuriosire tutti gli appassionati che avevano letto i contributi delle persone citate, pubblicati negli anni precedenti sulle riviste hi-fi (leader di mercato negli anni ’70) Suono e Stereoplay (personalmente, su Suono, dal 1972).
Mentre, nel 1981, il mio nome era fra quelli che contavano nell’hi-fi per avere avuto per molti anni la responsabilità tecnica della rivista Stereoplay (per la quale avevo lavorato dalla prima pubblicazione nel 1973 al 1979), nel 1992 (all’età di 45 anni) avevo aggiunto al mio attivo, oltre a sei anni di ricerca e sviluppo quale dirigente della ESB di Aprilia (dal 1979 al 1985), anche un parzialmente sovrapposto decennio di responsabilità tecnica della sezione altoparlanti di Audio Review (dal 1081 al 1990).
In tali periodi il mio contributo al settore si è estrinsecato nella progettazione di varie decine di sistemi di altoparlanti hi-fi, car-stereo e professionali (fra i quali, buona parte delle spie da palco tutt’ora impiegate a Sanremo…), oltre che nello sviluppo di metodologie di misura e nella stesura sia di articoli per questa rivista che di programmi di progetto per sistemi di altoparlanti (i vecchi Bass e Cross per Commodore 64 e PC in versione DOS). Negli ultimi dieci anni la mia attività è consistita essenzialmente nel gestire una nuova casa editrice, ma questo non mi ha impedito di progettare, nel 1995, un sistema di altoparlanti per Aedon Audio che con 6 vie e 13 altoparlanti per diffusore, per 270 cm di altezza, a tutt’oggi costituisce il mio progetto hi-fi più impegnativo.
Esaurito il dovuto compito delle presentazioni, passerei quindi a dir la mia sull’evoluzione nel campo dei sistemi di altoparlanti hi-fi dal mio intervento sul n.100 di Audio ad oggi.
Negli anni ’90, in piena attesa del 2000, tutti noi appassionati e professionisti dell’hi-fi eravamo convinti che la prorompente evoluzione tecnica cui stavamo assistendo ci avrebbe sicuramente fornito a breve termine altoparlanti da fantascienza (magari digitali…) in grado di fare sparire al confronto tutto o quasi tutto ciò che avevamo considerato fino a quel momento il meglio in assoluto. A parte una ragionevole e prevedibile evoluzione nei metodi di progettazione e di costruzione sia dei trasduttori che dei sistemi di altoparlanti (crossover compresi) non abbiamo viceversa assistito a nessuna vera rivoluzione nel campo.
Alcune linee di tendenza che si sono delineate sui fronti citati rivestono comunque una particolare importanza, sia per gli audiofili che per la gente comune, interessata semplicemente ad un ascolto di qualità conforme alle loro aspettative di consumatori informati degli anni 2000.
Quanto alla qualità media dei progetti, Audio Review può tranquillamente andar fiera del compito assuntosi quando fu deciso di dedicare ampi spazi redazionali alla divulgazione didattica delle più aggiornate conoscenze in merito, culminate nei programmi Bass e Cross, divenuti oramai uno standard di fatto fra gli strumenti utilizzati dai migliori progettisti italiani (e non…)
La maggiore qualità dei trasduttori poi, può esser vista contemporaneamente sia nel ruolo di causa, che di effetto della migliore qualità generale dei progetti stessi dei sistemi completi. Quando, ad esempio, si pone l’attenzione all’importanza che assume all’atto pratico di un ascolto veramente hi-fi la risposta complessiva in ambiente del sistema di altoparlanti, non si può più prescindere dal migliore impiego di trasduttori dotati di caratteristiche di risposta e di dispersione accuratamente controllate al fine di emettere un campo diretto più regolare possibile ed in grado di conseguire un campo riverberato altrettanto privo di alterazioni localizzate. Altrettanto importanti gli studi compiuti per utilizzare al meglio gli altoparlanti preposti alla emissione delLe basse frequenze: quale enorme differenza fra un sistema Bose per Home Theatre dell’ultima generazione e molti diffusori della stessa classe di prezzo di soli dieci anni fa!
Unico rammarico, almeno per me, non aver visto evolversi un consistente interesse attorno alle problematiche dell’ascolto di gruppo evidenziate dagli studi che hanno condotto allo sviluppo dei sistemi di emissione DSR e NPS, che pure oggi potrebbero rivelarsi risolutivi per le migliori prestazioni di quei sistemi per Home Theatre che stanno attraendo sempre più interesse anche da parte degli audiofili più intransigenti.